L’amore … le cellule staminali
La festa di San Valentino a metà febbraio rianima la parola ‘amore’.
Come per magia, quel che ci circonda trasmette felicità.
Un picco d’amore di pochi giorni, intorno a San Valentino, non può però soddisfarci.
C’è amore dal momento della nascita e occasioni d’amore si ripetono per tutta la vita.
Mi piace pensare che sia un gesto d’amore anche quello che alimenta le cellule staminali, perché nascono e vivono con noi allo scopo di mantenere in una condizione di benessere il nostro organismo.
Mago Merlino definisce l’amore “la forza più grande della terra”.
Io lo definisco l’amore “il tutto” e lo vivo intensamente: amo la natura e l’arte, amo le persone, gli oggetti che mi appartengono, di cui sono molto gelosa; amo la nebbia, il sole, i fiori che sbocciano; amo il lavoro, giocare, ridere e piangere.
Amo il mio lavoro, proprio così! E’ la mia passione. E’ il ‘fare’ che senza ‘amore’ non ha senso di esistere. Spero siate d’accordo: è la passione che porta a nuove conquiste.
La ricerca è il frutto del fare e dell’amare.
Le conquiste che derivano dal lavoro dei ricercatori portano gioia, pensiamo a quella generate dalle conquiste di quei ricercatori che hanno scoperto e validato l’utilizzo delle cellule staminali del sangue da cordone ombelicale e midollo osseo per la cura delle malattie del sangue: un MILIONE di trapianti dimostrano il loro ‘fare’ e il loro ‘amare’.
Evviva l’amore ed evviva il fare. Tutto l’anno!
Un abbraccio, Luana