Cellule staminali da cordone ombelicale più rapide a sconfiggere la leucemia
Le cellule staminali da cordone ombelicale dimostrano di essere più efficaci nella remissione della leucemia rispetto alle cellule staminali adulte una grande scoperta evidenziata in uno studio scientifico pubblicato lo scorso 24 Dicembre sulla prestigiosa rivista scientifica Blood.
Lo studio che è stato condotto dal team di ricercatori dello Great Ormond Street Hospital for Children di Londra mette in luce la capacità delle cellule staminali da cordone ombelicale di distruggere meglio ed in maniera più rapida le cellule leucemiche malate rispetto alle cellule staminali adulte.
Perché è importante che il trapianto di staminali sia efficace e veloce?
I pazienti affetti da patologie tumorali del sangue, come ad esempio la leucemia, per poter guarire si devono sottoporre a cicli di chemioterapia utili ad eliminare le cellule degenerate le quali sono causa del cancro.
Il danno collaterale di tale trattamento è che assieme alle cellule alterate vengono distrutte anche gran parte delle cellule sane e quindi viene debilitata l’area di produzione del sangue e derivati in modo profondo.
Il trapianto di staminali emopoietiche ha lo scopo di ripopolare l’area, di infondere energia vitale e eliminare le cellule cancerose residue sopravvissute alla chemioterapia riducendo le possibilità di recidiva.
Sino alla pubblicazione di questo articolo, la convinzione dei clinici era che le staminali da cordone ombelicale fossero troppo immature per riconoscere le cellule malate da distruggere, rispetto alle cellule adulte.
Pur tuttavia gli scienziati hanno continuato ad osservarle e a studiarle per verificare i loro effetti reali alla luce dei grandi vantaggi che presentano: minor rigetto durante l’utilizzo e facile reperibilità, le staminali da cordone ombelicale vengono raccolte al momento del parto, tale procedura non comporta alcun rischio ne per la mamma ne per il bimbo e offre l’opportunità alla famiglia di avere il proprio patrimonio biologico immediatamente disponibile nel momento della necessità
Questo studio ha confutato le convinzioni dei clinici in quanto il risultato ottenuto è stato una grande sorpresa: il lavoro infatti dimostra che le cellule staminali da cordone ombelicale possiedono proprietà antitumorali maggiori rispetto alle staminali adulte.
I dati infatti dimostrano che le cellule tumorali sono rapidamente scomparse nei topi che hanno ricevuto le cellule staminali cordonali, mentre hanno continuato a crescere in quelli che hanno ricevuto le cellule staminali adulte.
Quindi, l’utilizzo delle staminali da sangue del cordone ombelicale potrebbe rappresentare la scelta migliore per ridurre la recidiva leucemica.
Veys ed i suoi colleghi hanno comparato l’effetto dell’iniezione di cellule T da sangue periferico adulto (peripheral blood T cells) con quello da sangue cordonale (HLA-mismatched CB). I topi studiati (NOD/SCID/IL2rgnull) presentavano una forma di tumore del sangue umano chiamato linfoma a cellule B.
In primo luogo, si è scoperto che le cellule T del sangue cordonale possiedono proprietà antitumorali superiori, tali cellule non solo hanno ridotto la dimensione del tumore, ma hanno anche aumentato il tasso di sopravvivenza dei topi. Le cellule tumorali sono rapidamente scomparse nei topi che hanno ricevuto le cellule staminali da cordone ombelicale, mentre hanno continuato a crescere in quelli che hanno ricevuto le cellule staminali adulte.
I ricercatori hanno scoperto che l’attività antitumorale è correlata ad un aumento dell’attività citotossica, le cellule fetali innescano la rapida produzione di cellule CD4 (dette anche linfociti T o cellule T-helper), i globuli bianchi responsabili di orchestrare la risposta immunitaria alle infezioni o tumori. Inoltre è stato rilevato anche un incremento delle cellule CD8, le cellule killer che svolgono la loro azione eliminando le cellule infette o tumorali. Al contrario, nel gruppo PB, questo effetto anti-linfoma è compromesso a causa del ritardo d’infiltrazione tumorale delle cellule T provenienti dal sangue periferico.
* fonte: Blood. 2015 Dec 24;126(26):2882-91. doi: 10.1182/blood-2015-06-654780. Epub 2015 Oct 8. Cord blood T cells mediate enhanced antitumor effects compared with adult peripheral blood T cells – Hiwarkar P1, Qasim W2, Ricciardelli I3, Gilmour K4, Quezada S5, Saudemont A6, Amrolia P7, Veys P7.
Diabete: la ricerca fa passi avanti attraverso l’utilizzo delle staminali emopoietiche
Il diabete di tipo 1 è una patologia multifattoriale che riguarda soggetti geneticamente predisposti, ed è caratterizzata dal attacco delle cellule beta delle isole pancreatiche da parte di anticorpi anti-GAD, anti insulina, anti auto antigene 2 insulinoma-associato e anti trasportatore dello zinco, con conseguente riduzione della produzione di insulina.
In circa la metà dei casi esordisce in età inferiore ai 20 anni proprio per questo in passato veniva chiamato “diabete giovanile”, ma può comparire anche in bambini piccolissimi (in età neonatale) o in giovani adulti (circa il 30% dei casi di diabete di tipo 1 è diagnosticato in età adulta).
In Italia le persone con diabete di tipo 1 sono circa 300.000 e l’incidenza di questa condizione è in aumento in tutto il mondo (tra il 2001 e il 2009 l’incidenza di diabete di tipo 1 nei soggetti al di sotto dei 20 anni è aumentata del 23%, il che significa che il numero dei giovani ai quali viene diagnosticato il diabete di tipo 1 cresce del 3% ogni anno).
L’assunzione di insulina non sempre consente di avere una regolazione metabolica efficace per prevenire complicazioni.
Per questo motivo gli studi sono concentrati sulla possibilità di preservare la secrezione di insulina endogena.
In quest’ottica il trapianto di cellule staminali emopoietiche autologhe è stato effettuato in malattie autoimmuni, utilizzando il principio del “reset immunologico”.
Le cellule staminali emopoietiche le troviamo allo stato libero nel sangue cordonale, questo è uno dei motivi per cui è importate la raccolta e la conservazione privata.
Oltre sette anni fa il gruppo di Voltarelli effettuò il trapianto di cellule staminali emopoietiche in pazienti con diabete di tipo 1 appena diagnosticato con risultati incoraggianti. Questi risultati vennero replicati da altri centri.
Attualmente si è alla ricerca di un protocollo che consenta di avere un buon bilanciamento tra un’immuno-soppressione ottimale e gli effetti collaterali osservati in passato in questa procedura.
A questo proposito è stato avviato uno studio prospettico relativo ad un unico centro, riguardante il trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche in pazienti con diabete tipo 1 di nuova diagnosi, che prevede l’utilizzo di metodiche semplificate e meno tossiche.
I pazienti (in tutto 16 in età pre-puberale e puberale) sono stati arruolati tra il 2010 e il 2013 in accordo con i criteri dell’American Diabetes Association.
I pazienti trattati in questo studio non hanno manifestato complicazioni serie.
L’81% dei pazienti ha manifestato un aumento della produzione endogena di insulina, con conseguente riduzione della somministrazione di insulina.
Il 44% di essi ha raggiunto l’indipendenza dal farmaco.
7 pazienti hanno ottenuto una risposta completa a lungo termine (media 34 mesi).
In conclusione il regime di condizionamento descritto in questo studio, consente di avere uno stato di immuno-soppressione tale da permettere cambiamenti nel sistema immunitario, riducendo i rischi e gli effetti avversi rispetto agli studi precedenti.
Questo metodo mostra le potenzialità per cambiare la storia del diabete mellito di tipo 1.
FONTE:
*Long-Term Insulin Independence in Type 1 Diabetes Mellitus Using a Simplified Autologous Stem Cell Transplant – J Clin Endocrinol Metab, 2016
*http://www.salute.gov.it/portale/salute/p1_5.jsp?id=168&area=Malattie_endocrine_e_metaboliche
Espansione cellule staminali da cordone ombelicale ottimi risultati
Un articolo che evidenzia un passo in avanti nella ricerca dedicata alla espansione delle cellule staminali da cordone ombelicale.
Ogni anno vengono eliminati diversi campioni perchè poveri di cellule staminali, per questo motivo da tempo si sta studiando l’espansione cellulare.
L’articolo descrive un importante trial clinic effettuato su 17 pazienti trattati con cellule staminali del cordone ombelicale precedentemente espanse in vitro sino a 330 volte.
Tutto questo grazie ad un idrocarburo arilico antagonista del recettore che espande cellule CD34 +
I dati ottenuti dallo studio sono molto incoraggianti:
1) Il sistema di coltura è stato in grado di aumentare in modo significativo il numero di cellule staminali ovvero 330 volte le cellule staminali CD34+ (cellule staminali emopoietiche) e 854 volte le TNC (più rilevante rispetto a tutti gli altri sistemi scoperti fino ad ora);
2) L’infusione di HSC (cellule staminali ematopoietiche) espanse è stata ben tollerato dai pazienti;
3) I tempi di attecchimento dei neutrofili e delle piastrine sono stati significativamente accelerati rispetto a trapianti con cellule di cordone ombelicale non espanse (per i neutrofili una media di attecchimento di 15 giorni rispetto a 24 giorni del controllo; per le piastrine 49 giorni rispetto ad 86 giorni del controllo). Tale accelerazione è correlata al numero di CD34+ iniettate.
I dati di sopravvivenza e mortalità legata al trapianto sono simili a quelli riportati per classici trapianti di cordone ombelicale, mentre i tempi di ospedalizzazione si sono ridotti.
Sicuramente questi recenti dati oltre ad essere molto incoraggianti fanno ben sperare che presto sia possibile utilizzare in maniera efficace anche sacche di sangue di cordone ombelicale più povere di cellule staminali grazie all’espansione.
*FONTE: Phase I/II Trial of StemRegenin-1 Expanded Umbilical Cord Blood Hematopoietic Stem Cells Supports Testing as a Stand-Alone Graft
Cell Stem Cell 18, 144–155, January 7, 2016