"C'è più semplicità e vita in una cellula staminale di quanta non immaginiamo"

Ictus e cellule staminali mesenchimali: nuove prospettive terapeutiche

07-06-2016


Questo post é stato scritto da Luana Piroli


ictus-clinica-sintomi-cardiotool-415x260Gary Steinberg della Stanford University School of Medicine
ha presentato i risultati del suo studio sull’utilizzo delle cellule staminali mesenchimali in alcuni pazienti colpiti da ictus.

Lo studio è stato condotto su 18 pazienti (età media 61 anni), per la maggior parte dei quali era trascorso più di un anno dall’ictus, tutti con disabilità motorie gravi: alcuni non riuscivano a camminare, altri a muovere le braccia.

In questi pazienti i ricercatori hanno osservato quale effetto potesse avere l’iniezione nel cervello di cellule staminali mesenchimali, più precisamente nei pazienti sono state introdotte cellule SB623, tecnicamente preparazioni staminali prelevate dal midollo osseo.

Le staminali mesenchimali sono un tipo di staminali adulte, che possono differenziarsi in diversi tipi cellulari.

In seguito dell’intervento gli scienziati hanno monitorato strettamente i pazienti osservando il recupero sin dal primo mese dopo l’iniezione.

I miglioramenti hanno portato ad una riacquisizione della capacità di deambulare (dati clinicamente osservati e misurati) a un anno e a due anni dalla iniezione.

Mentre non sono stati rilevati sostanziali effetti collaterali, se non mal di testa principalmente imputabili all’intervento stesso più che all’iniezione delle cellule staminali, e temporanei vomito e nausea.

Notevole, conclude il ricercatore Gary Steinberg, anche  che i benefici siano stati osservati indipendentemente dalla età dei pazienti o dal grado di gravità del danno iniziale.

Sarà necessario allargare lo studio ad altri pazienti per avere dati più affidabili e confermare la procedura applicativa.

Dal sito http://www.pazienti.it/blog/ictus-speranza-06062016 riporto la testimonianza:

Una paziente di Long Beach, in California, Sonia Olea Coontz di 36 anni (nella foto), nel 2011 aveva avuto un ictus e, saputo della sperimentazione, si è subito offerta come volontaria. Entusiasta ha dichiarato che dopo l’iniezione delle cellule il suo braccio destro e la sua gamba destra hanno ricominciato a funzionare: “E’ stato come se si fossero risvegliati”, ha dichiarato la ragazza. Costretta all’uso della sedia a rotelle, ora si sente rinata.

L’esperimento verrà esteso ad altri 156 pazienti, speranzosi di ritornare come prima dell’attacco di ictus. Non si parla di una vera e propria guarigione, ma di sicuro è un passo avanti per tutte quelle persone che si trovavano costrette su una sedia a rotelle o risultava loro difficile ogni minimo movimento.

Le staminali mesenchimali si trova nel tessuto da cordone ombelicale, nel midollo osseo, nel sangue cordonale, nel tessuto adiposo.

*fonte http://www.galileonet.it/2016/06/ictus-promesse-dalle-staminali-mesenchimali/

ICTUS: staminali migrano verso regioni danneggiate del cervello

30-05-2014


Questo post é stato scritto da Luana Piroli

staminali riparano il cervello dopo isctusLe cellule staminali riescono a stupirci ancora!

Lo dimostra uno studio compiuto da un gruppo di ricercatori svedesi della università di Lund*.

Gli scienziati hanno scoperto come le cellule staminali intervengono dopo un ictus, ovvero:

Il pericita (cellula staminale connettivale che circonda le cellule endoteliali dei capillari e le venule con funzione contrattile) una settimana dopo l’ictus fuoriesce dai vasi e migra verso l’area danneggiata “rigenerandola”.

Ma leggete cosa accade?

Durante la migrazione la cellula pericita si trasforma in microglia e, raggiunta l’area danneggiata, la “pulisce” e “rigenera” (la microglia è una cellula delle cellule principali a livello cerebrale che si occupa della principale difesa  immunitaria del sistema nervoso centrale).

Queste cellule staminali sono davvero “meravigliose”, cosa faremmo senza di loro.

Questo studio apre una nuove strada su cui lavorare!

Lo dimostra anche  Raffaella Fazzina che, al convegno Stem Cell Research, ha parlato di un lavoro che stiamo compiendo con le cellule staminali “bambine” ottenute dal sangue del cordone ombelicale.

E avanti tutta!

 

*Fonte: rivista “Acta Neuropatologica